È tempo di bilanci per ADAM. Il progetto, cofinanziato da Regione Lombardia ed arrivato al secondo anno di sperimentazione, vede impegnati i ricercatori dal DiSAA (Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali) dell’Università degli Studi di Milano nello studio delle potenzialità dell’irrigazione multifunzionale come strumento per mitigare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici in viticoltura.
In questo articolo si vuole approfondire gli aspetti legati alla sostenibilità di questa tecnica.
Oltre che da un punto di vista agronomico, la razionalizzazione dell’irrigazione può tradursi in effettivo risparmio di una risorsa, l’acqua, destinata a diventare sempre più preziosa.
Proprio per valutare la sostenibilità ambientale delle diverse tecniche utilizzate, all’interno del progetto è stato previsto lo studio della water footprint per le diverse tesi sperimentali.
Qui è possibile vedere dei video introduttivi sull’argomento.
È stato eseguito anche un bilancio dei consumi idrici per le stagioni 2019 e 2020, da cui è emerso come la gestione sperimentale porti ad un notevole risparmio idrico legato all’irrigazione umettante rispetto alla gestione tradizionale.
Per ulteriori dettagli cliccare qui.
È possibile trovare maggiore informazioni sul progetto e i suoi risultati preliminari consultanto l’articolo dedicato.
ADAM è un progetto realizzato dal Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali (DISAA) dell’Università degli Studi di Milano, cofinanziato da Regione Lombardia (bando per il finanziamento di progetti di ricerca in campo agricolo e forestale, dds 28 marzo 2018 n. 4403)
Abstract La tiamina (vitamina B1) è un nutriente vitale per la crescita e il metabolismo dei lieviti. I lieviti privilegiano l’assimilazione della tiamina dal mosto d’uva prima di iniziare a produrne di propria. I lieviti possono immagazzinare fino a 10 000 volte più tiamina di quella disponibile nel mosto d’uva. Questo processo di immagazzinamento conserva
“Instabilità” è un termine generico definito come la tendenza a cambiare, anche repentinamente. Questa definizione delinea una situazione di incertezza, che traslata nel settore enologico significa che il vino instabile può cambiare anche rapidamente nel tempo in funzione delle condizioni di conservazione, evolvendo generalmente in modo negativo. L’instabilità del vino riguarda molti dei suoi costituenti sia semplici
Pier Giorgio Bonicelli, Ginevra Canavera, Riccardo Collivasone, Silvia Pagani, Mario Gabrielli, Tommaso FrioniUniversità cattolica del Sacro Cuore, Piacenza Una delle sfide impellenti per la viticoltura italiana è quella di trovare nuove soluzioni per fronteggiare il cambiamento climatico. L’aumento delle temperature e la carenza di precipitazioni hanno infatti pesanti ripercussioni sulla produttività e qualità delle uve
Marzio Mannino (Resp. Tecnico e Qualità – Francy Oenology) Tommaso Perini Tutti gli enologi valutano il quadro acido del mosto in fermentazione e del vino finito commentando i livelli di acido acetico, malico e lattico principalmente, ma valutando molto poco anche i livelli di acido citrico, succinico e altri acidi considerati minori. Normalmente impuntano una variazione
Vito Michele Paradiso1*, Massimo Tripaldi2, Maurizio Frati3, Ilaria Prezioso1 , Gabriele Fioschi1 , Giuseppe Gambacorta4 , Mirella Noviello4 1 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Laboratorio di Microbiologia agraria e Tecnologie alimentari, Università del Salento, Campus Ecotekne, 73100 Lecce (LE), Italia 2 Centro Servizi Enologici S.r.l., Via per Avetrana 57, 74024 Manduria Ta, Italia 3