Il diradamento successivo all’allegagione può aiutare a regolare la produzione e migliorare la composizione dell’uva alla raccolta. È stato allestito un esperimento in due vigne, rispettivamente in Sud Australia e Victoria, per comprendere gli effetti della rimozione di parte dei grappoli nella fase in cui gli acini hanno la dimensione di un pisello, utilizzando una vendemmiatrice meccanica. Sono state trattate specifiche zone della pianta, in modo da evitare diradamenti eccessivi e predeterminare le percentuali. Parallelamente, una parte del vigneto è stato diradato a mano, applicando la stessa percentuale dell’intervento meccanico. In una terza tesi, manualmente si è intervenuti successivamente al passaggio della vendemmiatrice per eliminare i grappoli danneggiati ancora sulla pianta, allo scopo di distinguere gli effetti (positivi) del diradamento con quelli (negativi) del danneggiamento del grappolo a causa della meccanizzazione. Le percentuali di diradamento sono state del 24% e del 45% circa, nei due vigneti sperimentali, e gli zuccheri alla raccolta sono risultati nelle tesi diradate maggiori dell’1.6 – 1.7%. L’accumulo degli zuccheri ha seguito lo stesso andamento in tutte le tesi, nonostante le differenze di resa produttiva. Il peso degli acini è risultato maggiore in quasi tutte le tesi diradate. Il contenuto in antociani per peso fresco d’uva è risultato maggiore nelle tesi diradate a macchina rispetto ai testimoni. Il diradamento meccanico si è dimostrato quindi in grado di ridurre la carica del vigneto ed aumentare la sua qualità. Il diradamento meccanico, eseguito modificando l’uso delle normali vendemmiatrici, è quindi una potenziale via per limitare la produzione nelle vigne con potatura minima o non-potatura, in tempi e con costi ridotti. (Si consiglia la lettura del testo integrale. Titolo originale: Crop thinning (hand versus mechanical), grape maturity and anthocyanin concentration: outcomes from irrigated Cabernet Sauvignon (Vitis vinifera L.) in a warm climate)