La rifinitura della potatura invernale eseguita dopo il germogliamento può rallentare l’accumulazione zuccherina senza alterare la maturità fenolica nella cv Merlot
Questa ricerca si pone l’obbiettivo di valutare gli effetti della rifinitura della potatura invernale eseguita dopo il germogliamento, al fine di riallineare la maturazione tecnologica e fenolica che in annate particolarmente calde e siccitose risultano disaccoppiate.
Nel triennio 2014-2016, viti di Merlot coltivate nell’areale dei Colli Bolognesi sono state pre-potate meccanicamente lasciando tralci con 7-8 gemme e sono state rifinite manualmente quando i germogli originati dalle gemme apicali erano nelle seguenti fasi: BBCH 13 – tre foglioline distese (Tesi D3); BBCH 18 – otto foglioline distese (Tesi D8). Alla vendemmia sono stati rilevati i principali parametri quali-quantitativi ed è stata valutata approfonditamente la maturità fenolica attraverso l’analisi via HPLC degli antociani e dei tannini totali ed estraibili a confronto con piante potate durante il riposo vegetativo (controllo – CK).
Le piante rifinite tardivamente hanno ritardato tutte le fasi fenologiche dal germogliamento all’invaiatura, anche se l’entità del ritardo è diminuito nel corso della stagione vegetativa. Le rifiniture D3 e B8 hanno ridotto la produttività rispettivamente del 40 e del 70% ma nonostante l’ampia contrazione produttiva, la concentrazione zuccherina è risultata inferiore al controllo rispettivamente di 1 e 2 °Brix. La concentrazione di antociani non è stata influenzata negativamente dai due trattamenti, mentre la rifinitura più tardiva (D8) ha determinato l’aumento dei tannini della buccia e dei semi, sia relativamente al contenuto totale che alla porzione estraibile.
In conclusione, la tesi D3 è stata in grado di rallentare la maturazione tecnologica senza alterare quella fenolica e può rappresentare una tecnica adatta a mitigare i problemi causati dal cambiamento climatico.
Lavoro finalista del Premio SIVE OENOPPIA 2019 e presentato alla 12ª edizione di Enoforum (Vicenza, 21-23 maggio 2019)
Abstract La tiamina (vitamina B1) è un nutriente vitale per la crescita e il metabolismo dei lieviti. I lieviti privilegiano l’assimilazione della tiamina dal mosto d’uva prima di iniziare a produrne di propria. I lieviti possono immagazzinare fino a 10 000 volte più tiamina di quella disponibile nel mosto d’uva. Questo processo di immagazzinamento conserva
“Instabilità” è un termine generico definito come la tendenza a cambiare, anche repentinamente. Questa definizione delinea una situazione di incertezza, che traslata nel settore enologico significa che il vino instabile può cambiare anche rapidamente nel tempo in funzione delle condizioni di conservazione, evolvendo generalmente in modo negativo. L’instabilità del vino riguarda molti dei suoi costituenti sia semplici
Pier Giorgio Bonicelli, Ginevra Canavera, Riccardo Collivasone, Silvia Pagani, Mario Gabrielli, Tommaso FrioniUniversità cattolica del Sacro Cuore, Piacenza Una delle sfide impellenti per la viticoltura italiana è quella di trovare nuove soluzioni per fronteggiare il cambiamento climatico. L’aumento delle temperature e la carenza di precipitazioni hanno infatti pesanti ripercussioni sulla produttività e qualità delle uve
Marzio Mannino (Resp. Tecnico e Qualità – Francy Oenology) Tommaso Perini Tutti gli enologi valutano il quadro acido del mosto in fermentazione e del vino finito commentando i livelli di acido acetico, malico e lattico principalmente, ma valutando molto poco anche i livelli di acido citrico, succinico e altri acidi considerati minori. Normalmente impuntano una variazione
Vito Michele Paradiso1*, Massimo Tripaldi2, Maurizio Frati3, Ilaria Prezioso1 , Gabriele Fioschi1 , Giuseppe Gambacorta4 , Mirella Noviello4 1 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Laboratorio di Microbiologia agraria e Tecnologie alimentari, Università del Salento, Campus Ecotekne, 73100 Lecce (LE), Italia 2 Centro Servizi Enologici S.r.l., Via per Avetrana 57, 74024 Manduria Ta, Italia 3