Con la sua introduzione nelle cantine di tutto il mondo Air Mixing MI ha rivoluzionato il concetto di macerazione delle uve rosse, ottimizzando l’estrazione nei serbatoi di qualsiasi forma, materiale e dimensione. Alle caratteristiche di funzionalità, sicurezza, economicità, risparmio energetico e riduzione dei tempi di lavorazione , si uniscono le evidenze del risultato enologico, che porta a vini stabili e centrati con gli obiettivi di qualità e di mercato. Grazie ad Air Mixing e alla plasticità di programmazione, sono la tecnica e la tecnologia di estrazione ad adattarsi alle uve per dare vini sempre rispondenti alle aspettative di territorialità e piacevolezza.

Andrea Moser, enologo di Cantina  Kaltern (Caldaro) in Alto Adige racconta di come la scelta di ogni particolare nella gestione della macerazione porti al continuo miglioramento nella qualità dei suoi vini.  Gli obiettivi delle prove realizzate dalla cantina di Caldaro nella vendemmia 2020 erano quello di ottimizzare l’estrazione e razionalizzare alcune criticità nella gestione della manodopera.

Nonostante le buone condizioni di maturazione e di sanità dell’uva e i molti rimontaggi e delestage finora non riuscivo  a raggiungere i risultati di estrazione che desideravo.” spiega Moser “Il primo obiettivo che cercavo con l’introduzione di Air Mixing era quindi di estrarre di più e meglio, il secondo quello di automatizzare quanto più possibile, in modo da ridurre l’aleatorietà delle operazioni più legate al fattore umano. Alla fine di questa prima esperienza sono stato molto soddisfatto dei risultati che hanno permesso di raggiungere e superare le attese e con la vendemmia 2021 il sistema sarà implementato su altri 13 serbatoi”.

Nuove esperienze e nuovi protocolli

L’intensità e la frequenza delle iniezioni e la temperatura di fermentazione sono i tre parametri sui quali giocare con Air Mixing per definire i protocolli di estrazione più adatti alla propria uva.

Una combinazione di fattori che, come conferma Moser, richiede un primo periodo di messa a punto per identificare la programmazione più corretta “Qui si parla di un modo diverso e del tutto nuovo di lavorare e se si vuole andare veramente ad affinare l’obiettivo finale ci vuole un po’ di lavoro, però una volta trovato il sistema giusto puoi essere sicuro che questo sia ripetibile al 100% e infatti dopo i primi ragionamenti sono arrivato al risultato che desideravo. In questo Air Mixing è un sistema che offre una grande elasticità, puoi decidere come estrarre e quanto estrarre, scegliendo quanto spesso omogeneizzare o se regolare l’estrazione in funzione della temperatura, tenendo conto che il controllo è preciso e reale”.

Estrazioni ottimali e vini più pronti

Il risultato finale e la qualità dei vini sono poi naturalmente la chiave di lettura più importante “I vini che ho ottenuto nelle vasche equipaggiate con Air Mixing sono risultati più pieni a livello tannico e gustativo e sicuramente sono riuscito a estrarre quello di cui avevo bisogno e che in precedenza con le tecniche tradizionali soprattutto su Pinot nero e soprattutto nelle fasi iniziali non riuscivo ad ottenere” spiega l’enologo alto atesino.

Vini più pronti e rispondenti agli obiettivi della cantina quindi, grazie a equilibrio aromatico e stabilità del colore, resi possibili anche dal dosaggio razionale e combinato della macro-ossigenazione realizzata nel corso della fase di fermentazione in modo continuo.

Esperienze in tutto il mondo

La testimonianza riportata dall’enologo della Cantina di Caldaro va ad arricchire la collezione di esperienze che anno dopo anno contribuiscono a spiegare la versatilità e i vantaggi del sistema Air Mixing a iniezione modulata. Per leggere l’intervista completa a Andrea Moser e scoprire le testimonianze che Andrea Uliva, enologo di Parsec, ha raccolto su Air Mixing nelle cantine della California.

Leggete l’articolo completo sul Blog di Parsec enologia.

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