Dopo aver visto come vengono selezionati I lieviti prefermentativi ed I batteri malolattici, compresone il ruolo nelle fermentazioni ed aver visto come poterli utilizzarli al meglio per fini enologici, adesso scopriamo come questi vini possono essere proposti sui mercati e quale è lo stato dell’arte.
Come tecnici, siamo spesso combattuti tra fare buoni vini e vini che siano ben recepiti dalla maggior parte dei consumatori.
La bioprotezione, è ormai una realtà per molti cibi, dalle insalate in busta ai salumi, dove negli anni ha assunto anche il ruolo di protettrice non solo della qualità, ma anche della tradizione.
Il clima sta velocemente cambiando e molti salumi tradizionali nati in ambienti con certe temperature ed umidità non riescono più, per il cambiamento delle condizioni ed il conseguente non sviluppo di flora batterica ideale, ad essere tipici. Solo inoculando ceppi commerciali oggi si riesce a produrre certi salami di tradizione.
Il vino è certamente più complesso, ma è certo che ogni consumatore ricerca assieme alla bontà gustativa del prodotto una bontà d’anima e di salute.
Già in Nord Europa da anni, si commercializzano vini a bassa istamina ed in Francia ormai sono milioni le bottiglie prodotte senza solfiti.
La bioprotezione è il modo per aumentare la qualità del vino a 360 gradi, come qualità gustativa sensoriale e come di qualità empatica, accontentando anima e palato.
Vedi anche le altre presentazioni del modulo CHR Hansen ad Enoforum 2017:
L’uso della bioprotezione in vinificazione, esperienze, osservazioni e protocolli.
Cos’è la metagenomica: progetto microwine risultati e prime conclusioni
Abstract La tiamina (vitamina B1) è un nutriente vitale per..
R. Jimenez Lorenzo, P. Brial, C. Picou, M. Perez, A...
I video didattici più interessanti ai quali puoi accedere con..
Ti proponiamo alcuni contenuti pubblicati sulla nostra rivista che riteniamo..