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Valutazione di kit commerciali per l’analisi di routine dell’acido tartarico in confronto con il metodo HPLC

La formazione di cristalli di bitartrato di potassio interessa il vino nella fase di conservazione invernale in cantina, ma può verificarsi anche in bottiglia, se il vino non è stato opportunamente stabilizzato (trattamenti a freddo, stabilizzanti, o elettrodialisi).  Per monitorare la stabilità tartarica sono oggi disponibili metodi conduttimetrici e calcoli predittivi basati su parametri analitici quali il grado alcolico, il pH, la concentrazione di acido tartarico e dello ione potassio. La conducibilità elettrica ha i suoi limiti (variabilità legata alla tipologia di vino, annata, processo, acidità ecc.) pertanto il dosaggio di potassio e acido tartarico pre-imbottigliamento, tramite assorbimento atomico oppure HPLC, seppur costoso resta il metodo più valido.

Il nuovo kit Enzytec™ Acido Tartarico di R-Biopharm trasferisce ad un prodotto commerciale il principio del metodo di Rebelein, basato sulla formazione di un complesso colorato per reazione tra l'acido tartarico (o tartrato) ed un sale di vanadio in condizioni acide. La quantità di questo cromogeno è proporzionale alla quantità di tartrato presente nel campione ed è misurata a 520 nm con un semplice fotometro. R-Biopharm AG, in collaborazione con il Geisenheim Research Center (Geisenheim, Germany), ha condotto uno studio di validazione e confronto del metodo di riferimento (HPLC) e con altri quattro kit commerciali. I dati ottenuti mostrano che il metodo colorimetrico proposto da R-Biopharm è robusto, con un’ottima correlazione con l’HPLC, e con recuperi su materiale certificato compresi tra il 99 e 101%.

Contattaci per approfondimenti sul metodo e costo del kit:  info@r-biopharm.it

Pubblicata il 17/03/2020
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Titolo del periodico: Rivista Internet di Viticoltura ed Enologia
Editore e proprietario: Vinidea Srl
Registro Stampa - Giornali e Periodici: iscrizione presso il Tribunale di Piacenza al n. 722 del 02/03/2018
ISSN 1826-1590
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