Le nuove varietà tolleranti alle malattie di Vitis vinifera, che combinano la qualità del vino e la resistenza ai patogeni, hanno il potenziale di ridurre significativamente l'impiego di prodotti chimici nonché i costi di produzione consentendo notevoli risparmi ai viticoltori.
Tuttavia, dato che queste varietà soffrono ancora oggi di pregiudizi negativi legati alla scarsa qualità del vino delle prime varietà ottenute, è importante ottenere maggiori informazioni sui loro tratti qualitativi al fine di poter promuovere il loro utilizzo per la produzione di vino.
Lo scopo di questo studio è stato quello di caratterizzare la composizione chimica del vino prodotto da un'ampia selezione di alcune promettenti varietà tolleranti alle malattie coltivate in Italia e Germania in tre diverse annate.
Un approccio multi-targeted usando diverse tecniche analitiche è stato adottato per studiare le principali classi di composti volatili e non volatili responsabili delle proprietà organolettiche e sensoriali del vino.
Complessivamente, questo lavoto ha mostrato una sostanziale sovrapposizione della composizione chimica delle cultivar tradizionali e di quelle tolleranti alle malattie. Dato che la qualità dell'uva è un prerequisito fondamentale per la qualità del vino, è stata anche analizzata la composizione chimica delle uve delle varietà tolleranti alle malattie.
Infine, tenendo presente il ruolo svolto dai genotipi selvatici come fonte di resistenza genetica agli stress biotici e abiotici, il profilo metabolomico delle uve di questi genotipi è stato determinato.
Vincitore Premio dottorato di Ricerca SIVE-Ferrarini . La relazione riprodotta in questo filmato è stata presentata alla 12ª edizione di Enoforum (Vicenza, 21-23 maggio 2019)
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