A fronte del riscaldamento globale e al fine di ritardare la maturazione dell'uva negli ultimi anni sono stati proposte diverse tecniche culturali. In questo studio sono stati valutati gli effetti della potatuta minima (MP) su uve coltivate in zone calde, attraverso uno studio condotto a lungo termine sulla varietà Tempranillo (Vitis vinifera L.) nella zona della Rioja, Spagna .
Per ogni annata tra il 1999 ed il 2013, sono state raccolte nello stesso momento uve provenienti da vitigni con potatura minima ed uve provenienti da vitigni con un trattamento di controllo.
Su questa base, nel 2014 è stato avviato un ulteriore studio con la finalità di confrontare la qualità delle uve dei due trattamenti e verificare gli effetti positivi della MP.
I risultati ottenuti hanno dimostrano che la potatura minima può effettivamente ritardare la maturazione degli acini e riequilibrare il rapporto antociani/zuccheri e/o ridurre il contenuto di alcol. I risultati confermano anche l'ipotesi che la potatura minima aiuta a migliorare la qualità delle bacche in condizioni climatiche calde.
Un studio successivo aveva lo scopo di valutare gli effetti della cimatura severa sul ritardo della maturazione dell’uva. Questa pratica ha portato ad un ritardo significativo della maturazione, un aumento dell'acidità totale e dell’ acido tartarico ed una diminuzione nel rapporto foglie-frutta, pH e acido malico.
Parole chiave: vite, potatura minima, cimatura severa, riscaldamento globale, ritardo di maturazione
Ricerca finalista del Premio Internazionale OENOPPIA 2015. La relazione riprodotta in questo filmato è stata presentata alla 9ª edizione di Enoforum (Vicenza, 5-7 maggio 2015)
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