Qualità e quantità produttive del vigneto sono fortemente influenzate dall’ambiente di coltivazione. I fattori ambientali come la composizione e tessitura del suolo e le condizioni climatiche, influenzano lo sviluppo della pianta e dei frutti. Questi fattori possono influenzare positivamente se in perfetto equilibrio, e consentire uno sviluppo corretto della vite oppure, cosa sempre più frequente, sottoporre il vigneto a situazioni di forte stress.
In base alla loro natura gli stress sono suddivisi in due macrocategorie: biotici e abiotici.
Gli stress biotici sono provocati da organismi viventi e sono gestibili grazie all’uso di prodotti fitosanitari, mentre quelli abiotici sono indotti da un fattore di natura ambientale, come la carenza o l’eccesso idrico, le condizioni climatiche avverse o le carenze nutrizionali.
Gli stress influenzano negativamente lo sviluppo della vite in tutte le sue parti, e uno sviluppo scorretto porta ad una maturazione disforme, caratterizzata da un’invaiatura molto lunga delle bacche con la conseguenza che la carica aromatica e di colore ottenute a maturazione saranno scarse e minore il grado zuccherino rispetto al reale potenziale del vigneto. In queste situazioni di consueto si attende a vendemmiare, aumentando così ulteriormente la suscettibilità e l’insorgenza di muffe e marciumi.
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Condizioni climatiche avverse, che si possono manifestare nelle varie fasi fenologiche, sono uno dei fattori abiotici che influisce negativamente sul corretto ed omogeneo sviluppo della vite e dei suoi frutti. Ritorni di freddo in fase di ripresa vegetativa comportano una schiusura scalare delle gemme e quindi la competizione tra i germogli dello stesso capo a frutto, così come nello stesso periodo si possono manifestare gelate tardive che causano danni importanti alla pianta. Periodi freddi e piovosi in fase di fioritura e allegagione possono portare a cascola dei frutticini, acinellatura e il conseguente ingrossamento disomogeneo degli acini. Infine, per non farci mancare nulla, caldo e siccità estivi portano a scottature su acino e ad un anticipo della maturazione tecnologica, a scapito della qualità. Tutti gli stress abiotici sono da gestire con prodotti ad azione specifica, in particolare con biostimolanti, che vanno a incrementare l’attività fotosintetica, la divisione cellulare, l’adsorbimento radicale e la resistenza della vite aiutando la pianta a portare avanti ed equilibrare tutti i suoi processi metabolici responsabili che sono responsabili della qualità finale. IlsaC-on ed IlsaVegetus, sono biostimolanti di origine vegetale, a base di idrolizzato enzimatico di Fabaceae, che permettono di ottenere una produzione più uniforme e quindi più ricca in aromi, colore e zuccheri, migliorando le caratteristiche qualitative finali dell’uva.
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Inoltre, sappiamo che la legge del minimo di Liebig afferma che la crescita è controllata non dall'ammontare totale delle risorse naturali disponibili, ma dalla disponibilità di quella più scarsa e quindi la carenza nutrizionale di un singolo elemento può compromettere l’intera produzione. Le clorosi fogliari, ad esempio, anche se temporanee, vanno a ridurre drasticamente la capacità fotosintetica della pianta, influenzandone il suo rendimento produttivo. E’ quindi una nutrizione corretta del vigneto che ci aiuta ad incrementare la qualità espressa in aromi, colore e grado zuccherino.
Per migliorare il patrimonio aromatico è opportuno frazionare tra l’autunno e la primavera l’apporto di elementi, in particolare dell’azoto, da fornire in forma organica. Progress Micro (NPK 6-5-13 con MgO e SO3) con azoto tutto organico e un alto contenuto di sostanza organica è il prodotto che soddisfa tutti i requisiti richiesti ed è ideale per applicazioni in post-raccolta o a fine inverno, alternato con Fertil10, che consente di apportare un alto contenuto di azoto organico (10%), di carbonio organico (40%), di calcio (8%) e di magnesio (3%). Sono entrambi fertilizzanti a base della matrice Agrogel®, la gelatina idrolizzata per uso agricolo di produzione esclusiva ILSA, ammessa in biologico, prodotta tramite l’utilizzo di materie prime rinnovabili e con un processo naturale di idrolisi termo-barica a bassissimo impatto ambientale.
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