La stabilizzazione tartarica è una fase importantissima del processo produttivo di ogni vino. Gli enologi sanno che le bottiglie immesse nel mercato globale devono essere in grado di raggiungere il cliente finale mantenendo la loro totale stabilità. L’eventuale presenza di deposito in bottiglia è considerata dai consumatori una caratteristica negativa, in alcuni casi addirittura un potenziale rischio per la salute.
Oggi è inoltre possibile raggiungere la stabilità dei vini attuando tecniche di basso impatto ambientale in grado di rispettare le caratteristiche qualitative dei vini stessi e a costo contenuto.
Proprio in quest’ottica, nell’ottobre 2017, viene autorizzato l’impiego del POLIASPARTATO di potassio, composto che supera i limiti tecnici delle precedenti alternative, unendo a tali caratteristiche positive un livello eccellente di sostenibilità economica ed ambientale.
Dopo quasi due anni di esperienze applicative, è utile fare il punto della situazione.
Nel primo video Gianni Triulzi descrive le peculiarità di tale composto, spiega la gestione dell’instabilità del tartrato di calcio ed espone l’attuale situazione.
A seguire, Valerio Carinci illustra le proprietà di recente scoperta del K-poliaspartato, presentando i risultati ottenuti attraverso il lavoro di verifica delle proprietà antiossidanti, attività che permette di stimare le proprietà chelanti di questo composto nei confronti dei cationi metallici.
Per maggiori informazioni: www.enartis.com
La relazione riprodotta in questo filmato è stata presentata alla 12ª edizione di Enoforum (Vicenza, 21-23 maggio 2019) in seno al modulo organizzato in collaborazione con Enartis.