Il sistema delle denominazioni vinicole italiane è organizzato in centinaia di vini d’origine, con caratteristiche uniche che sono protette da numerose denominazioni d’origine. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di analizzare e confrontare il profilo proantocianico di 12 gruppi di vini rossi italiani monocultivar e monovitigno (Aglianico della Campania, Cannonau della Sardegna, Corvina del Veneto, Montepulciano dell’Abruzzo, Nebbiolo del Piemonte, Nerello Mascalese dalla Sicilia, Primitivo dalla Puglia, Raboso Piave dal Veneto, Sagrantino dall’Umbria, Sangiovese dalla Toscana e dalla Romagna, Teroldego dal Trentino), ciascuno prodotto nei propri terroir in base a normative legali ad hoc che ne garantiscono la qualità e l’origine.

Tutti i vini sono stati analizzati con un protocollo che combina la reazione di floroglucinolisi con uno strumento LC-MS/MS. I risultati hanno evidenziato che i vini Sagrantino sono i più ricchi di proantociani. Sangiovese, Montepulciano, Nerello e Teroldego sono risultati i più ricchi di flavan-3-oli triidrossilati dell’anello B, e soprattutto il Nerello è risultato il più ricco di prodelfinidine. Il Cannonau, il Raboso Piave, il Nerello e la Corvina erano caratterizzati da flavan-3-oli a conformazione trans dell’anello C. Il Nebbiolo e la Corvina presentavano alte percentuali di flavan-3-oli galloilati. L’Aglianico e il Primitivo presentavano le percentuali più basse di flavan-3-oli triidrossilati ad anello B e a conformazione trans ad anello C.

Queste informazioni dovrebbero essere utili per comprendere meglio i vini rossi italiani e valorizzarli poichè i risultati hanno evidenziato la variabilità e la biodiversità dei prodotti enologici italiani. Mentre altri parametri chiave – come il contenuto di zuccheri, acidi o minerali – possono essere interpretati nella stessa direzione per ogni vino rosso, la diversità sia nella quantità che nella composizione dei tannini suggerisce che l’enologo dovrebbe avere una gamma specifica di valori di riferimento, per la composizione dei tannini specifici per ogni cultivar. Il set di dati finale, o anche solo questi output, possono fornire a ricercatori e produttori elementi chiave relativi a tutte le fasi di produzione, dal vigneto al consumatore

Link al testo completo della ricerca in inglese
https://doi.org/10.3390/beverages8040076

Fonte: MDPI

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