Negli ultimi decenni l’attività di incrocio tra la Vitis vinifera e altre specie di Vitis, realizzata prevalentemente in Germania e nell’est Europa, ha portato all’attenzione del mondo vitivinicolo diversi genotipi che contengono più del 90% di patrimonio genetico di V. vinifera e il restante 10% di origine interspecifica recante i caratteri di resistenza alle malattie fungine.
Per questo motivo, in alcuni paesi europei, Italia compresa, varietà ibride sono state iscritte nei Cataloghi Nazionali della Vite da vino. Anche in Italia negli ultimi anni sono stati ripresi i programmi di incroci interspecifici allo scopo di individuare genotipi con livelli elevati di resistenza a peronospora e oidio insieme a caratteristiche organolettiche dei vini comparabili con quelle proprie delle varietà di V. vinifera.
Nel prosieguo di precedenti esperienze, presso la Fondazione E. Mach è stato allestito un campo di confronto di diverse selezioni ritenute, in prospettiva, particolarmente interessanti. Per questa indagine sono state prese in esame 28 varietà derivanti da ibridazione interspecifica, 15 a bacca nera e 13 a bacca bianca.
Ricerca presentata al Premio G. VERSINI 2013 – IV edizione del Premio SIVE Ricerca per lo Sviluppo. La relazione riprodotta in questo filmato è stata presentata alla 8ª edizione di Enoforum (Arezzo, 7-9 maggio 2013)
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In questo video, Simone Vincenzi, professore associato dell’Università di Padova,..