La paura della diluizione: pioggia, irrigazione e maturazione delle uve

A molti viticoltori ed enologi non piacciono né la pioggia né l’irrigazione durante la fase di maturazione delle uve perché temono che l’acqua possa “diluire” la loro qualità. Questa presentazione prenderà in esame le recenti ricerche che il gruppo della Washington State University ha fatto, che mettono in evidenza come gli acini d’uva possano regolare le loro dimensioni e la loro concertazione gestendo l’ingresso e l’uscita d’acqua.

L’inizio della fase di maturazione (invaiatura) è caratterizzata da un esponenziale incremento di zuccheri e conseguenzialmente di acqua per incontrare le necessità della bacca. Questo permette all’uva di maturare anche in condizioni di stress idrico. Se il clima è abbastanza caldo e secco l’uva può sbarazzarsi dell’acqua in eccesso traspirandola dalla buccia; invece quando il clima è umido l’eccesso d’acqua è ripartito verso le foglie.

I dati utilizzati, supportati da prove in campo, mostrano che l’irrigazione a goccia e quella per scorrimento durante la fase di maturazione non causano una diluizione qualitativa delle uve; tuttavia pioggia ed irrigazione per aspersione, o addirittura condizioni climatiche molto umide, non solo bloccano l’evapotraspirazione dalle bacche, ma portano all’ingresso di acqua dalla buccia. Nel caso in cui le piogge dovessero continuare a lungo gli acini diluirebbero la loro qualità, ma qualora le piogge smettessero le bacche rimpicciolirebbero, cosa che tende a farle concentrare.

In conclusione se pioggia ed irrigazione ad aspersione danneggino la qualità delle uve dipende da quando queste vengono raccolte e se hanno tempo sufficiente per perdere l’acqua in eccesso.

Breve CV:

Markus Keller è professore di viticoltura alla Washington State University, nella parte nord occidentale degli Stati Uniti. Ha svolto un PhD presso lo Swiss Federal Institute of Technology a Zurigo in scienze naturali. È stato ricercatore e professore di viticultura e fisiologia della vite in Europa, Australia, America del Nord e del Sud. Ha avuto più di 100 pubblicazioni scientifiche e è stato autore del celebre libro “The Science of Grapevines – Anatomy and Physiology”.

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