Non si può mai essere perentori nelle previsioni ma siamo verosimilmente alla soglia di grandi modificazioni degli orizzonti entro cui il comparto vitivinicolo si muove. Non vi sono solo segnali ipotetici ma anche date ben codificate, eppure … Oggi gli interrogativi più seri che affliggono la filiera vitienologica riguardano il mercato, ed a questi, sinceramente, nessuno può dare risposta. Più “utile” invece preoccuparsi della propria situazione nei confronti del sistema in cui si agisce; ovvero, avere la conferma che le strategie collettive ed anche aziendali si muovono in sincronia con il mutamento veloce degli scenari produttivi, competitivi e del consumo. Su questo campo, però, certamente vasto e nebuloso, non si registrano dibattiti o considerazioni rilevanti. Ci sono infatti tematiche nuove che avanzano e che stanno per impattare sui produttori di tutto il mondo. Se restringiamo il campo a quelli europei poi, vediamo che i cambiamenti che interverranno molto sono legati, o è perlomeno didatticamente utile farli coincidere, all’ultima riforma dell’Ocm vino. Fra le novità introdotte la possibilità, a far tempo dall’ormai prossimo primo agosto 2009, di indicare in etichetta il nome di vitigno (oltre all’anno di vendemmia) anche nei vini da tavola. Ciò avvicinerà (è un parere personale ma, ritengo, condivisibile) molto questa categoria a quella dei vini a denominazione di origine (che da Doc diverranno Dop, armonizzandosi con le regole già a valere per gli altri prodotti agroalimentari diversi dal vino e divenendo soggetti a decisioni non più ‘romane’ ma di Bruxelles). Questo – siamo ancora nel campo di considerazioni opinabili, ma chi ne ha di diverse le esponga – determinerà un calo dell’attrattività delle denominazioni minori nei confronti del consumatore (che troverà vini “varietali” anche nelle categorie dei prodotti da tavola) e, magari, una fuga dei produttori dal complesso ed oneroso sistema dei vini a legame geografico. Qualcuno ha tentato di aprire un dibattito serio su questo? No, da una parte c’è chi urla allo scandalo paventando la perdita tout court di almeno metà del patrimonio delle denominazioni nazionali (ma per meri effetti burocratici e non per risposte del mercato), dall’altra ci sono gli ambienti istituzionali impegnati a rassicurare tutti sul fatto che nulla cambierà. Cosa che, di per sé, a me suona tutt’altro che rassicurante! Ma non è tutto: Doc che diventano Dop non creano particolari problemi, ma Igt che divengono Igp si. Ad esempio per l’obbligatorietà sia della vinificazione in zona sia di esami fisico-chimici e sensoriali cui al momento questa categoria di vino non è sottoposta. Vi è anche l’ampio capitolo dei consorzi e dei controlli, mai affrontato seriamente dalla promulgazione della legge 164 in avanti e periodicamente rappezzato con decreti. Ora la somma delle norme accumulatesi non tiene più e, soprattutto, i riferimenti comunitari su chi può effettuare i controlli certamente non permettono di far rientrare fra questi i consorzi. Proprio mentre anche le entità più piccine e meno organizzate, per sopravvivere (o semplicemente rimandare la morte…) si stanno attrezzando per eseguire i controlli “Erga Omnes” ovvero sull’intera denominazione. È quindi chiaro che argomenti da dibattere ve ne sarebbero anche solo limitandoci ad alcuni punti dell’Ocm… Ma vi sono anche altre tematiche, per nulla legate a mere pastoie burocratiche, che sposteranno pesantemente i consumi in direzioni finora poco o nulla considerate. Ad esempio vi è l’impatto delle questioni etiche ed ambientali su un prodotto, il vino, che fino ad oggi ha scommesso tutto solo sull’origine, da un lato, e sulla qualità percepita, ovvero quella tempo per tempo codificata dai gusti e dai giudizi degli esperti, dall’altro. E quindi mentre migliaia di produttori italici si sforzano di descrivere affannosamente sentori di fiori, frutta ed altro vi sono già consumatori che decidono gli acquisti in base all’etica di produzione dei cibi, ai chilometri che gli stessi compiono per giungere sulla tavola, ai comportamenti aziendali nei confronti dell’ambiente nel senso più ampio del termine. Facendo un esempio banale, potrebbe essere oggi più vantaggioso spiegare in retroetichetta che si è impiegato un vetro leggero ed un tappo a vite (riciclabile) che non indicare la più idonea temperatura di servizio del vino. O mettere un’immagine del proprio impianto di depurazione dei reflui di cantina anziché un ritratto di un avo prestigioso…
Abstract La tiamina (vitamina B1) è un nutriente vitale per..
“Instabilità” è un termine generico definito come la tendenza a..
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Vito Michele Paradiso1*, Massimo Tripaldi2, Maurizio Frati3, Ilaria Prezioso1 ,..