Negli ultimi anni, il cambiamento climatico ha portato sempre più spesso, anche nelle zone viticole dell’Emilia-Romagna, ad estati con temperature massime elevate e caratterizzate da frequenti ondate di calore.

La cv. Sangiovese è molto sensibile alle alte temperature poiché, oltre a problemi di eccesso di zuccheri, l’accumulo ottimale di antociani in questa cv. è strettamente legato a temperature inferiori a 30 – 35 °C. Per tali ragioni e poiché il Sangiovese risulta avere una potenzialità di accumulo di antociani tendenzialmente bassa, si stanno valutando strategie di tipo agronomico per tentare di contrastare gli incrementi termici e per ottenere uve di qualità.

In parallelo alle tecniche colturali, molto interesse sta suscitando l’applicazione di elicitori che, applicati durante la maturazione, possono indurre nella pianta la sintesi di metaboliti secondari, incluso antociani.

La presente ricerca ha quindi valutato nel triennio 2016-2018, l’effetto dell’applicazione di un estratto di lievito inattivato, sulla maturazione e sull’accumulo di antociani in Sangiovese attraverso un approccio integrato biochimico e molecolare.

Il prodotto è stato applicato in invaiatura in due fasi e prelievi di acini sono stati effettuati per valutare i parametri biochimici del mosto, la concentrazione di antociani e l’espressione dei geni coinvolti nella loro sintesi e regolazione.

I risultati ottenuti permettono di affermare che, ad eccezione del 2017, annata  estremamente calda, l’applicazione di questo elicitore in stagioni con temperature massime dall’invaiatura alla vendemmia mediamente intorno ai 31° C, ha avuto effetti positivi sull’accumulo di antociani stimolando la sintesi dei geni che presiedono alla loro produzione, senza alterare la maturità tecnologica.

Lavoro finalista del  Premio SIVE OENOPPIA 2019 e presentato alla 12ª edizione di Enoforum (Vicenza, 21-23 maggio 2019)

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