I primi portainnesti introdotti in viticoltura erano rappresentati da specie pure americane Vitis berlandieri, Vitis riparia e Vitis rupestris in seguito poi si è passati all’incrocio interspecifico fra queste cv oppure fra queste e Vitis vinifera. Questo lavoro di ibridazione ha portato a selezionare molti portainnesti che presentano una migliore capacità di adattamento a tutte le condizioni pedoclimatiche: adattamento alla siccità e ai ristagni idrici, adattamento alla presenza di calcare attivo nel suolo, all’eccesso di sale nel terreno, in più sono in grado di garantire una buona affinità di innesto con quasi tutte le cv di Vitis vinifera e in più sono in grado di ridurre la lunghezza del ciclo vegetativo, la difficoltà di radicazione e la suscettibilità alla clorosi ferrica.

Durante questo lavoro di tesi svoltosi presso l’azienda agricola Ruffino sita nel comune di Castellina in Chianti (Siena) e presso il DiProVe sezione di coltivazioni arboree sono stati testati 4 nuovi portainnesti (M1, M2, M3, M4) e 6 portainnesti tradizionali (1103P, 110R, 140Ru, 41B, 420A, S04) su ognuno di essi sono state innestate 2 varietà Cabernet sauvignon e Sangiovese vitigni tipici coltivati nella zona del “Chianti Classico” Per ogni combinazione di innesto sono state campionate 6 piante per un totale di 114 ripetizione per ogni anno e per ognuna delle quali sono stati valutati parametri vegeto-produttivi quali numero di germogli presenti su ogni ceppo, numero di grappoli prodotti per ogni ceppo, peso di produzione e peso del legno di potatura invernale e quindi calcolati in seguito il peso medio di ogni grappolo, il rapporto fra il peso di produzione e il numero di germogli presenti per ogni ceppo, l’indice di Ravaz e l’indice di fertilità delle gemme inoltre i mosti provenienti dalle uve campionate sono stati sottoposti ad analisi di laboratorio per determinare il contenuto zuccherino (espresso in °Brix), l’acidità titolabile (espressa in g/l di acido tartarico) e il pH. Delle 114 ripetizioni 57 per ogni anno di durata della tesi (3 per ogni combinazione di innesto) sono state sottoposte ad analisi fenoliche per determinare il contenuto di polifenoli e di antociani nelle bacche.

I risultati ottenuti dimostrano che sulla varietà Cabernet sauvignon che il modello fattoriale adottato ANNO, PORTAINNESTO e la loro interazione per lo studio dei parametri vegeto-produttivi è risultato statisticamente significativo per i parametri: produzione per ceppo, peso del legno di potatura, peso medio del grappolo, produzione media/germoglio e indice di Ravaz, mentre risulta
non significativo per i parametri numero di gemme, numero di grappoli, e fertilità delle gemme.

In allegato potete trovare la tesi di Alessandro CONTINI.

Mandate anche la vostra tesi a francesco.invernizzi@vinidea.it e potrete vederla pubblicata sulla nostra rivista.

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